- Celtic Frost -
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Celtic Frost - To Mega Therion To Mega Therion

Gruppo: Celtic Frost
Genere: Thrash Metal
Etichetta: Noise Records
Durata: 44:17
Data d'uscita: 1985
Voto: 7

1. Innocence And Wrath - 2. The Usurper - 3. Jewel Throne - 4. Dawn Of Meggido - 5. Eternal Summer - 6. Circle Of The Tyrants - 7. (Beyond The) North Winds - 8. Fainted Eyes - 9. Tears In A Prophet's Dream - 10. Necromantical Screams - 11. Return Of The Eve
 
RECENSIONE



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Impossibile dare una definizione a questo indiscusso capolavoro della leggendaria band svizzera. Comincio con il dire che a mio avviso la musica estrema moderna parte tutta da album come questi, tanto per fare capire la loro importanza. Siamo alla metà degli annì80 in pieno periodo thrash metal. Così li definì Kerrang!: innovativi, avant garde, brutali, bizzarri, elettrificanti, unici. Il bello dei Celtic Frost è la loro genuinità mista al desiderio di fare qualcosa di unico. Per i media sono stati dei grandi innovatori mentre il mitico Gabriel Warrior ammise egli stesso che, nonostante il suo obiettivo principale fosse quello di fare qualcosa di nuovo e inedito, non si mise mai a tavolino a inventare qualcosa di nuovo per scioccare la gente. Ma cosa ha reso veramente famoso questo gruppo in un periodo che regnavano sonorità più comode come Metallica?I Celtic Frost hanno tutto del thrash metal più lento e "doom" tipicamente europeo, ma hanno dato ad esso una aurea estremamente oscura e malvagia adottando inquietanti percussioni, corni da guerra e sinistre vocals spettrali sia maschili che femminili stupendo persino i propri fans tanti sono i cambiamenti da disco a disco. Il tutto impastato in quel sound veramente 80's che si riconosce dalla prima nota di "To mega Therion" uno dei loro dischi più famosi, anche per la celebre e meravigliosa cover di H. R. Giger. A cominciare da "Dawn of Megiddo" quarta traccia del disco sono già individuabili quelle parti che avranno influenzato i primi dischi black metal norvegesi (vedi Darkthrone) mentre con "Tears in a Prophès dream" passiamo per un brano noise estremamente malato che ci conduce alla fantastica "Necromantical screams" uno dei migliori pezzi del disco, con tanto di rimbombanti percussioni, spettrali voci femminili che nulla hanno a spartire con maliziose voci da vampire-band e una riffistica potente ma calibrata. Spaventose le lyrics che trattano di temi filosofici, viaggi dopo la morte e negazione della vita. Molte cose si capiscono anche da come si abbigliava il leader G. Warrior che somiglia già a un guerriero black metal più che a un thrasher anni 80. È da dischi come questi che gruppi come Darkthrone o Obituary hanno attinto il sound e lo hanno poi rimodellato secondo la loro personalità creando due strade diverse. Un must.
 


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