<%
'ADV_ORGANIZER 1.0 | formato, categoria, base, altezza, unico, disposizione, voto, dove, numero,tipo,refresh,output
response.write(organize_adv(0,categoria,300,300,,,9,,1,0,1,))
%>
<%
'ADV_ORGANIZER 1.0 | formato, categoria, base, altezza, unico, disposizione, voto, dove, numero,tipo,refresh,output
response.write(organize_adv(0,categoria,300,300,,,8,,1,0,1,))
%>
|
Ascoltando questo disco ci si pone il solito dilemma: questi Cradle of
Filth,cos'hanno di black metal?
Probabilmente poco e niente ma ciņ non toglie che non siano in grado di
comporre canzoni decisamente belle. Non smetterņ mai di dire che un
gruppo come questo va ascoltato senza pregiudizi,senza pensare che viene
ingiustamente (sia per loro che per il black) etichettato come black
metal. I Cradle of Filth sanno suonare, hanno dalla loro una tecnica
decisamente buona,sono supportati da produzioni all'altezza e se c'č una
cosa che sicuramente va a loro sfavore č il loro atteggiamento a volte
un po'arrogante e il divismo che sembra crescere di disco in disco.
Per il resto non si possono non menzionare gli splendidi testi scritti
da Dani, a volte anche in inglese antico, molto lunghi e
misteriosi,delle vere e proprie poesie infarcite di elementi presi dalle
varie mitologie. In Cruelty and the Beast l'albionico gruppo ci narra le
gesta di Elizabeth Bathory, "storica" contessa ungherese che,si dice,
era solita farsi il bagno nel sangue delle giovani vergini come rimedio
anti rughe. E sembra proprio che questo bizzarro personaggio sia un po'
un ossessione per Dani e soci visto che non č la prima volta che i loro
brani parlano di lei. Qui perņ ci troviamo di fronte ad un vero e
proprio concept album che ripercorre l'intera vita della vampira. Le
canzoni sono tutte decisamente all'altezza della situazione. Si parte
con il classico intro, seguito dalla splendida Thirteen autumns and a
widow, canzone che sale di tono ogni minuto che passa e da Cruelty
brought thee orchids, con un riff a dir poco ipnotico. La quarta traccia
č la mia preferita : Beneath the howling stars che si apre con un
maestoso e imponente intro di tastiere e termina con una parte finale in
cui il drumming di Nick diventa a dir poco indemoniato. Nota di merito
anche per The twisted nails of faith mentre mi ha convinto di meno
Desire in Violent overture,sicuramente un'ottima canzone ma un tantino
fuori luogo all'interno del disco. Tutta da ascoltare la Bathory Aria,
puņ sembrare troppo lunga e un po'noiosa ma dopo un ascolto attento vi
accorgerete che si tratta di un altro ottimo pezzo.
Decisamente da rivedere il suono della batteria, non a caso lo stesso
Gian Piras ha detto che in questo disco la batteria ha un suono
veramente pessimo,ciņ non sminuisce perņ l'ottima prestazione del grande
Nick.
|