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Con "The Mind's I" i Dark Tranquillity, pur proseguendo sul sentiero del
death melodico sperimentale, rendono il loro sound più corposo e
omogeneo; rispetto allo stile dei precedenti (superlativi) "Skydancer" e
"The Gallery", si assiste ad un generale indurimento dei riff, che si
fanno meno incentrati sulle note alte e più spediti. Il piglio
dell'album è infatti veloce, martellante, quasi ossessivo per quanto
riguarda i tempi, sostenuto da ritmiche ultrarapide, il che ben si
evince da una composizione come l'opener "Dreamlore Degenerate": nessun
intro, nessun fronzolo d'apertura, solo batteria - basso - chitarra a
correre velocissimi lasciando quasi subito il posto al growling di
Stanne. "Zodjiakyl Light" è la nuova "hit", sparata a mille, richiesta a
gran voce durante i concerti, amata dai fan quasi quanto "Punish My
Heaven"; l'apertura è anche qui veloce, con alternarsi di riff ruvidi e
altri più acuti, che richiamano a tratti le atmosfere del precedente
"The Gallery". Sulle stesse coordinate si muovono episodi simili, come
"Atom Heart 243. 5" O "Scythe, Rage and Roses", pezzi affascinanti e ben
curati che però alla lunga mostrano un po'la corda. In effetti, in un
disco in cui la band opta per dinamiche più alte ed un tiro in generale
veloce, è paradossale che la figura migliore la facciano quei pezzi in
cui le acque si calmano, eppure qui è proprio così; spicca infatti, in
mezzo a tanta furia, la fenomenale "Hedon", una song semplicemente da
brivido, dall'incedere lento e cadenzato, sorretta da un lavoro di
chitarra esemplare su cui si staglia l'appassionata esecuzione di Stanne
(qui accompagnato da Anders Fridén, che compare come guest) . La vera
gemma dell'album è però la meravigliosa "Insanity's Crescendo", un
capolavoro come se ne sentiranno pochi altri; la canzone inizia con un
malinconico arpeggio di chitarra acustica, accompagnato dalla bellissima
voce della cantante Sara Svensson, incanto che viene interrotto
dall'irrompere dl resto della band che, con un continuo alternarsi di
sfuriate death e break acustici, rende alla perfezione il crescere della
follia descritto nel testo; ottima anche l'esecuzione di Stanne, qui
molto sentita ("From force-fed impressions / let us mortify the mind /
each soul to violate / each instinct to be rendered false") .
"The Mind's I" rappresenta l'ultimo album della carriera dei Dark
Tranquillity accostabile al filone death scandinavo; con questo lavoro
infatti la band salda il conto con il folk-death melodico (e con la
Osmose: il prossimo disco sarà su Century Media) , preparandosi a
seguire sperimentazioni completamente differenti, influenzate da
atmosfere dark ed elettroniche nelle quali le tastiere finiranno per
diventare strumento al pari degli altri. Considerato dai più un album
minore, questo disco è, in effetti, inferiore in più punti alle
precedenti prove, ma rimane comunque un'opera discreta e ben concepita,
che per tre o quattro pezzi in particolare merita davvero di essere
presa in considerazione.
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