Bilocazione involontaria
Dale Owen riporta il seguente caso senza averne avuto testimonianza diretta
da colui che l'ha visuto (il capitano in seconda Robert Bruce), ma dall'amico
(anch'egli capitano) J. S. Clarke.
Nell'anno 1828, l'allora trentenne capitano Robert Bruce, comandante in
seconda di una nave che regolarmente compiva la traversata Liverpool-New
Brunswick, si trovava nella sua cabina ad eseguire calcoli su longitudine e
latitudine, ma non riuscendo a venirne a capo si rivolse al capitano
nell'adiacente stanza comunicante. Non ricevendo risposta si reco nella
stanza del suo superiore: entrando rimase attonito nel vedere uno straniero
che sembrava star scrivendo qualche cosa sulla lavagna. Bruce corse sul
ponte per avvisare gli altri membri dell'equipaggio della presenza di uno
sconosciuto in cabina, ma ritornando a vedere non vi era nessuno.
Era però rimasta una scritta sulla lavagna: "Fate rotta a nord-ovest".
Il capitano decise così, dopo essersi accertato di non essere stato preso in
giro dai compagni a bordo, di fare rotta in quella direzione. Alle tre la
vedetta avvisò un iceberg addosso al quale si era incagliata una nave con
diversi uomini. Ciurma e passeggeri della nave (diretta nel Quebec da
Liverpool) erano rimasti incagliati da diverse settimane e aveva perso ormai
ogni speranza.
Ciò che è più sconvolgente è però che uno dei membri della terza scialuppa
di naufraghi era, a detta di Robert, l'uomo che aveva visto in cabina;
invitato a scrivere su un foglio di carta le stesse parole viste sulla
lavagna, risultarono coincidere nella grafia. Il passeggero in questione non
ricordava nulla però di tutto ciò, solo il capitano della nave naufragata
riportò che poco prima di mezzogiorno il presunto autore della scritta era
caduto in un sonno profondo e al risveglio gli aveva detto: "Capitano,
quest'oggi saremo salvati".
Il capitano Clarke, come già detto, amico di Bruce, ricevette da egli stesso
notizia di questo fatto attorno al 1836-1837 (8 anni dopo l'accaduto), e
Clarke a sua volta lo riportò l'episodio ad Owen nel 1859 (25 anni dopo
l'accaduto). Questo potrebbe far pensare che la versione nel tempo sia stata
modificata, privata o arricchita di particolari, ma molto probabilmente non
è così: infatti quando un fatto ci colpisce, lo ricordiamo molto bene e
chiaramente e tendiamo quindi a non modificarlo (o comunque ciò accade
sicuramente meno di frequente rispetto ad eventi per noi privi di
significato).
Un davvero interessante caso di bilocazione. Robert Dale Owen,
Passi sui confini di un altro mondo (Footfalls on the Boundary of another
World), 1861
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