Nel pieno di una notte della sua giovinezza, Goethe, chiamò il suo
cameriere il quale precipitatosi da lui lo trovò sul letto a scrutare il
cielo: aveva spostato il suo letto di ferro a rotelle fino alla finestra.
Dal suo giaciglio Wolfgang chiese all'inserviente: "Non hai visto nulla in
cielo?". Il cameriere confuso rispose negativamente al che Goethe gli comandò
"Corri dunque al corpo di guardia e chiedi alla sentinella se non ha visto
nulla". Così fece ma anche la sentinella rispose di non aver notato nulla di
particolare. Tornato nella stanza gli riferì quanto dalla guardia. "Ascolta",
riprese, "stiamo attraversando un momento importante; in questo stesso
istante, infatti, ci deve essere un terremoto oppure sta per
verificarsi". Goethe fece sedere il domestico sul letto e gli spiegò cosa lo
portava a pensare una cosa simile. Il tempo quella notte era molto nuvoloso,
non spirava un alito di vento, era molto afoso e quieto.
Il servo non dubitò della parola di Goethe poiché tutte le sue precedenti
previsioni si erano rivelate corrette. Il giorno seguente il giovane Goethe
espose a corte le riflessioni da lui fatte la notte passata. Una signora disse
alla sua vicina: "Senti? Goethe fantastica!". Al contrario il duca e altri
uomini gli credettero e infatti alcune settimane dopo giunse loro notizia che
proprio quella notte un terremoto aveva distrutto una parte di Messina.
Johann Peter Eckermann, Colloqui con Goethe
|
|