A Monaco di Baviera, il ventenne ingegnere Karl Sch. stava
progettando la costruzione di un teatro. Nonostante il suo impegno, i
calcoli e tutto il resto, non riusciva a venire a capo di un problema: come
sostenere il tetto. Per questo era abbastanza irritato; dopo
mezzogiorno si recò ad Essen e sulla strada del ritorno si dimenticò
del problema parlando di vari argomenti con un tabaccaio. Alle due tornò
nella sua camera e vide un uomo lavorare diligentemente piegato sul
suo progetto; l'ingegnere rimase sulla porta in silenzio in primo luogo
irritato perché la padrona di casa aveva permesso ad uno sconosciuto di
entrare nella sua stanza in sua assenza. Tra l'altro il disegno non era
ancora stato portato all'Ufficio dei brevetti. Osservando meglio
l'ignoto si accorse che poi molto ignoto non era: si trattava di nessun
altro che lui stesso; egli stava vicino alla finestra. in piena luce,
così che Karl poté osservarlo attentamente: era vestito esattamente
come lui, aveva il suo stesso havelock (cappotto di loden con
mantellina) marrone, con uno strappo nello stesso esatto punto ove lo aveva
lui. Si meravigliò però che il fantasma si fosse tolto il cappello ma non il
cappotto, il quale era a lui solitamente d'impiccio. L'osservazione durò
dieci minuti dopodichè il fantasma si dissolse a partire
dalle gambe. Osservando il disegno l'ingegnere notò con grande meraviglia
che il suo sosia aveva disegnato la soluzione al problema che tanto
lo attanagliava. Un altro particolare interessante fu che i segni lasciati
dalla matita del fantasma erano più spessi e meno calcati
rispetto ai suoi (sottili e fatti con il suo Koh-i-noor giallo), in modo che
si potessero cancellare senza difficoltà. Il fantasma aveva anche
disegnato una soluzione per la cupola in una maniera mai venuta in mente al
dottore. Il disegno non poté essere messo in pratica per altri motivi ma fu
esibito in originale alla ditta Wilke di Hannover, dove ancora oggi è
possibile esaminarlo nell'archivio.
Questo caso è davvero particolare, poiché la coscienza del fantasma è
distinta da quella dell'originale (solitamente non accade così). Inoltre
Karl Sch. vide una seconda volta un suo fantasma seduto sulla sua
poltrona, sempre alla luce del giorno, ma scomparve subito senza
fare nulla di particolare.
Max Kemmerich, Gespenster und Spuk (8)
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