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PREMESSA BASE
Google (e in generale tutti i motori di ricerca) hanno
un unico obiettivo: fornire risultati attinenti alle
richieste dei navigatori, attinenti e di qualità. Ora, gli spider dei motori non sono (ancora) in
grado di interpretare i contenuti e devono pertanto ricorrere ad altri
stratagemmi per stabilirne la pertinenza.
Uno tra i più importanti sistemi di valutazione è quello
di analizzare: numero, tematicità e qualità (derivata) dei siti che linkano tali
contenuti. L'idea di base è che se un sito inserisce un collegamento ad un
altro è probabile che lo reputi degno di nota.
CONSEGUENZE
Data la precedente teoria, nasce spontanea la possibilità di
ingannare gli spider attraverso l'acquisto di link a
pagamento, (creando insomma dei falsi apprezzamenti ai
propri contenuti). A tale proposito Google e i
principali motori di
ricerca hanno affinato delle tecniche di
individuazione di link a pagamento e quindi di scarso
valore.
Il passaggio successivo è ovvio, una volta individuati
questi link, il sito erogante viene rapidamente
penalizzato (si vedano: diminuzioni di PageRank
visibile, azzeramento, ecc.).
COME VENGONO RICONOSCIUTI I LINK A
PAGAMENTO/ COMPRATI?
Per prima cosa occorre dire che non si tratta di una
scienza certa, bensì di una tecnica soggetta a continui
errori di valutazione e miglioramenti. Detto questo vediamo alcune metodologie
logiche e tecniche adottabili per individuare link a
pagamento:
- Parole - Oltre che fare male al proprio business, parole
come "Link sponsorizzati", "Siti partner", "Siti affiliati", "Siti
interessanti", "Sponsor", "Siti amici" (ecc.) danno
un'idea più che chiara della scarsa pertinenza dei link
in questione.
- Pagine di vendita - All'interno di un sito
web, la presenza di vere e proprie aree di vendita
link (con tanto di spiegazioni su posizionamento, costi,
ecc.) sono facilmente individuabili e quindi punibili.
Allo stesso modo vale il discorso di un'eventuale vendita esterna (forum specifici, mercatini, ecc.).
- Posizione - Anche senza parole
chiare è semplice per uno spider abituato ad
interpretare pagine su pagine, riconoscere i tipici elenchi di link posizionati
in modi altrettanto tipici. Il discorso
assume inoltre una valenza ancora superiore se il sito è gestito
tramite piattaforme standard (blog, CMS, forum, ecc.).
- Google Analytics - L'impiego di Analytics
può rivelarsi un'arma a doppio taglio: se da un lato ci
offre un grande servizio statistico, dall'altro passa parecchie
informazioni utili a Google che in altro modo non
potrebbe avere; se si ricevono visite da spazi
di compravendita link potrebbe scattare un campanello
d'allarme, dopo più campanelli potrebbe arrivare anche un controllo umano
(nei casi
più rilevanti).
- Controllo link - In molti casi chi compra un
link teme che questo possa essere rimosso e sfrutta così
dei tool che con cadenza precisa
analizzano la presenza del collegamento; da qui si intuisce che Analytics
può tranquillamente riconoscerne il passaggio e individuare
i link venduti.
- Tematicità -
Google nel 99% dei casi riesce ad individuare le tematiche delle varie pagine e,
trovando collegamenti non inerenti, potrebbe iniziare a
sospettare sulla loro spontaneità. Se a questo si
aggiunge poi una crescita esponenziale di link fuori
luogo il sospetto potrebbe diventare "certezza".
- Link instabili - Una caratteristica nota dei
link a pagamento è che molto spesso non sono "stabili",
ruotano per far posto ad altri (a caso, mensilmente,
ecc.) o scompaionoper lunghi periodi (il
cliente non decide di rinnovare).
- La "spiata" - Per chi non lo
sapesse, attraverso Google Webmaster Tools,
è possibile segnalare link a pagamento presenti su altri
siti; da ciò si evince che ogni visitatore
(o meglio concorrente) è una potenziale spia al servizio
di Google.
- Codice - Qualche commento nel codice che
identifica link venduti (es. "link a pagamento", "link
in scadenza il gg/MM/YYY", ecc.) potrebbe essere un
altro "punto scoperto". Peggio ancora se Google
individua commenti che contengono il nome di una
concessionaria di compravendita link (se non addirittura
un link completo).
CONCLUSIONI
Non si deve confondere la compravendita di link con la
pubblicità corretta: un conto è comprare un link
spacciandolo per "spontaneo" (con il fine di aumentare
Link Popularity, TrustRank, PageRank, ecc.), un conto è
acquistare un banner pubblicitario con l'attributo rel="nofollow"
nella tag anchor, le due cose stanno su un piano
completamente differente; il
primo caso è un tentativo di ingannare lo spider del motore
vendendo il proprio valore,
l'atro è una semplice e operazione commerciale che
in nessun modo viene penalizzata.
La cosa migliore da fare è quindi vendere
pubblicità e non link, se lo si sta già facendo occorre
smettere immediatamente e rimuovere ogni e qualsiasi
riferimento in merito: è sbagliato e sciocco "prostituire"
il proprio sito per pochi euro. Se si deve esporre un banner
commerciale basta invece specificare il "nofollow". |