<%
'ADV_ORGANIZER 1.0 | formato, categoria, base, altezza, unico, disposizione, voto, dove, numero,tipo,refresh,output
response.write(organize_adv(0,categoria,120,600,,,7,,1,0,1,))
%>
|
LA SITUAZIONE
Immaginiamo di voler proporre un servizio ad un cliente
che ci ha contattati (o che noi abbiamo cercato), quello
che dobbiamo fare è semplice: convertire la sua normale
diffidenza in fiducia, in convinzione, di poter trarre
dei benefici collaborando con noi.
Nella vendita il fatto di essere in grado di offrire
qualità, di poter rendere concretamente al cliente è una
condizione base, necessaria ma purtroppo non
sufficiente. Occorre avere qualcosa in più, ebbene, quel
"qualcosa in più" che fa la differenza è proprio la
capacità di vincere l'indisposizione ad esporsi da parte
di chi ancora non ci conosce. Da qui l'esigenza di
giocare d'anticipo, di prevedere ciò che il cliente si
domanderà, di capire di cosa diffida e di imparare a
comportarsi di conseguenza.
QUALI DOMANDE SI PONE IL CLIENTE?
Senza pretesa di completezza, ecco una lista di idee,
domande e spunti sul comune modo di ragionare di un
soggetto interessato a comprare un servizio (es.
comprare spazi pubblicitari):
- Trasparenza (chi?) - Chi è il mio
interlocutore? Che cosa so di lui? Che grado di
popolarità e di tracciabilità hanno i suoi lavori? Da
quanto tempo è nel ramo? Chi parla di lui? Come ne
parlano? - Per quanto dal nostro punto di vista possa
sembrare secondario, il cliente vuole ad ogni costo
sapere chi sta dietro ad un sito, un marchio, un'azienda
(ecc.); possiamo e dobbiamo mostrarci, dire dove ci
troviamo, come contattarci e cosa rappresentiamo di
positivo nel nostro settore (il tutto nella massima
onestà e trasparenza).
- Il quid del servizio (che cosa?) - Che cosa
mi stanno offrendo? Quali parti non mi sono chiare della
proposta commerciale? - Spesso ciò che a noi sembra
banale e lapalissiano ad un esterno può sembrare molto
complesso, occorre cercare sempre, in ogni sfumatura del
nostro parlargli (testi, depliant, voce, ecc.), di
avvicinarci al suo mondo, di esemplificare ogni cosa
senza risultare offensivi e soprattutto di utilizzare il
suo stesso modo di vedere il lavoro (sia in termini di
lessico che di impostazione logica).
- Controprova (come?) - Come posso monitorare
l'andamento del lavoro? Che garanzie, strumenti e
informazioni ho per potermi accertare della sua
efficacia? - Occorre capire che esigenze potrebbe avere
il cliente e da lì sviluppargli delle possibilità di
controllo costante dell'andamento del progetto in
questione. In nessun caso il lavoro deve risultare
invisibile, diamo sempre un qualcosa di tangibile,
concreto e fisico nelle mani del cliente onde evitare di
lasciargli pensare di avere sprecato risorse senza
riscontri.
- Locazione e durata (dove e quando?) - Dove
viene svolto il servizio? Tramite quali persone, quali
mezzi e in che modalità? Quanto durerà il lavoro o
quanto ci vorrà a portarlo a termine? Quali esempi di
tempistiche o riferimenti certi ho a disposizione? - Se
richiesto occorre spiegare con chiarezza dove, come e
chi svolgerà il progetto, se invece non richiesto va
quantomeno accennato. Per dare maggiore concretezza può
essere inoltre utile servirsi di riferimenti digitali,
fotografici (ecc.). Se poi è il caso possiamo ad esempio
fare del tempo un vanto (puntando a seconda dei casi su
rapidità o cura nella realizzazione).
- Motivazioni (perchè) - Perchè si è rivolto a
me, perchè in questo modo? Perchè ha operato una scelta
piuttosto che un'altra? - Non dobbiamo mai lasciare alla
severa interpretazione del nostro interlocutore i nostri
gesti e le nostre scelte ma allo stesso tempo non
dobbiamo nemmeno dare l'idea di giustificarci di
continuo. la via corretta di condurre il discorso è
quella di collegare cause, motivazioni ed effetti in un
discorso unico ed armonioso. Ricordiamoci di scegliere
per il meglio, prima che per noi, per il cliente ed
inseriamo semplici accenni alle nostre motivazioni.
- Comunicazione - Il cliente si sente spesso un
"re solo" che teme in primo luogo di essere ingannato e
in seconda battuta frainteso: dobbiamo perciò levarci le
vesti di sconosciuti infingardi e interessati per
trasformarci in amici onesti, cordiali e reattivi. Se
non impariamo non ad assecondare ma a capire, a cogliere
rapidamente le esigenze di chi ci sta di fronte non
potremo rispondergli coerentemente e perderemo parecchie
occasioni. Le parole chiave sono fiducia e prontezza.
- Impressioni esteriori - Le espressioni del
volto, il modo di parlare, di vestire, camminare o
semplicemente il layout del nostro sito rappresentano le
poche informazioni valide che chi non ha competenze nel
nostro campo può valutare in noi; in sostanza, per poter
decidere tra opzioni che non comprende a fondo, il
cliente si affida "all'istinto": ci analizza
superficialmente cercando non motivi di pregio ma
difetti per scartarci. Ricordiamo sempre che l'essere
umano preferisce non perdere piuttosto che guadagnare.
Curiamo noi stessi e il nostro modo di porci.
- Non voglio espormi - Chi ha già provato
questo servizio? Che ne pensano gli altri? - Nessuno
vuole risultare una "cavia: non a caso una delle
migliori forme di marketing è il passaparola indiretto e
disinteressato: se il cliente non ha già visto altri
avere successo tramite noi risulterà notevolmente
diffidente e restio a collaborare; è quindi
fondamentale avere dei testimonial: persone reali,
davvero soddisfatte del nostro operato, che comunichino
tramite commenti, video o addirittura "a filo diretto"
la positività del nostro operato.
- Errori - Partiamo da una certezza: il fatto
di commettere errori di carattere grammaticale o
lessicale (nel parlare o nello scrivere) fa notevolmente
calare le possibilità che il cliente ci affidi dei
lavori ma commettere errori o evidenziare lacune nel
campo pratico è addirittura fatale. Ricordiamo che nella
maggior parte dei casi ciò che noi riteniamo mancanze
secondarie o ignorabili si trasformano per il cliente in
mancanze stratosferiche. Eliminiamo perciò tutti gli
errori e le imperfezioni che riusciamo a cogliere.
- Confronti e paragoni - Che osa mi danno in
più o in meno rispetto alla concorrenza? - Non è certo
ma è sicuramente probabile che prima o dopo l'essersi
rivolto a noi il cliente cerchi terzi per avere
preventivi, pareri e visioni differenti: ebbene, non
dobbiamo farci cogliere impreparati. Impariamo a
conoscere la concorrenza, a dimostrarci migliori e/o a
diversificarci in modo tale da avere risposte chiare e
semplici a tutti i dubbi che ci suoneranno come
campanelli d'allarme (frasi, slogan e motti chiave della
concorrenza).
- Il trucco - Dove sta il trucco? Come mi
vogliono fregare? - In molti casi il sospetto viene
proprio quando il trucco non c'è e non viene quando è
palese ma non si tratta di un caso, vediamo perchè.
Spesso conta ben poco il contenuto che si propone
testualmente, a parole o a immagini bensì il peso è dato
dal come lo si "pronuncia". La stessa frase proposta con
un sorriso sicuro, voce calda, disponibilità e/o sguardo
aperto è molto diversa dalla stessa esposta con
tentennamenti, voce tremula, disinteresse, arroganza e/o
occhi sfuggenti; sta difatti in questo la forza del
marketing emozionale televisivo, per quanto possano
essere "sconnesse" e "irrilevanti" le affermazioni di un
sensuale doppiatore, queste affascinano e convincono. In
sostanza, non basta avere qualcosa di buono da offrire,
occorre anche proporlo con entusiasmo, trasparenza e
fascino).
Concludiamo. Non fornire o non suggerire risposte a due
o tre di queste domande/questioni può voler dire perdere
un lavoro, dobbiamo perciò praticare una seria e
completa analisi della nostra posizione per poter
individuare errori, mancanze ed eccessi del nostro modo
di porci, comunicare e di lavorare. Se ne abbiamo usiamo
l'esperienza pregressa e separiamo i comportamenti
vincenti da quelli fallimentari, scegliamo i primi ed
evitiamo i secondi.
Vuoi recuperare/avviare un
sito? - Scrivici, l'AAC
Network si occupa da anni di realizzazione, gestione,
posizionamento e restyling di siti web! Curiamo i nostri
lavori nel dettaglio per permettere di raggiungere obiettivi
concreti. |