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Premessa importantePrima di ogni altra
cosa è importante dire che solo in casi di impossibilità di tempestivi
interventi migliori ha senso trovare soluzioni alternative all'impiego di
personale addestrato. In questa trattazione ipotizziamo una situazione di
sopravvivenza in cui viene ad essere necessario bloccare un'emorragia "massiva";
questo genere di perdite di sangue interessa solitamente grossi vasi
arteriosi e va perciò rapidamente arrestato onde evitare dissanguamenti.
Inutile dire che agire sul flusso del sangue può essere
molto pericoloso, tra le altre cose si rischia di isolare punti vitali del
corpo con conseguenze anche letali. Prestiamo grande
attenzione a ciò che facciamo e se possibile cediamo il passo a persone
competenti. Bloccata/arginata l'emorragia si deve raggiungere al più presto un luogo
di soccorso attrezzato (ospedali, ambulatori medici, ecc.).
Come fermare il flusso di sangue
Per arginare o rallentare la perdita di sangue cercheremo
di agire sulla ferita stessa e/o comprimendo i vasi arteriosi.
Schematicamente potremmo dire che il nostro obiettivo è interrompere/rallentare
il percorso che il sangue fa per giungere dal cuore alla ferita/taglio. Vediamo quindi
come
possiamo intervenire:
- Tagli - In caso di tagli possiamo provare a tenere i lembi di carne uniti
effettuandovi forte pressione con la punta delle dita per una decina (massimo
trenta) minuti consecutivi.
- Quale pressione - Mentre cerchiamo di tamponare la ferita tentiamo
di mantenere una pressione intensa, costante ma che non blocchi del
tutto il passaggio del sangue.
- Sollevare - In assenza di fratture o generici rischi nel
movimento, sollevare la parte del corpo offeso al di sopra
dell'altezza del cuore, in modo da rendere più improba la fuoriuscita di
sangue.
- Laccio emostatico - Se ne facciamo uso dobbiamo evitare di
interrompere del tutto il passaggio del sangue; chiediamo al ferito se
avverte formicolii/intorpidimenti, se invece non è cosciente schiacciamo
l'unghia dell'arto offeso fino a farla impallidire: se, dopo aver
cessato la pressione per tre secondi, questa ritorna di colore normale
il flusso arterioso è rispettato.
- Cosa non fare - Mai muovere il ferito se sono presenti
fratture, lussazioni, corpi estranei o eventuali lesioni spinali; date
le controindicazioni, il laccio emostatico è la soluzione più estrema e
ha senso in casi molto gravi (es. braccio troncato).
La compressione delle arterie
Comprimere un'arteria significa bloccare l'irrorazione della zona ferita,
non è sempre un procedimento di facile esecuzione ed è piuttosto pericoloso: non va in nessun
caso adottato per più di 15 minuti di fila. La compressione dei punti
arteriosi è efficace nel controllo dell'emorragia ed evita di ricorrere
all'applicazione di un laccio emostatico. Ecco come agire:
- Arteria carotidea (punto 8) - In presenza di ampie ferite al collo
occorre comprimere questa arteria (attenzione a non bloccare del tutto l'afflusso
di sangue al cervello).
- Arteria succlavia (punto 1) - In presenza di ferite alla spalla o
braccia tagliate; chi la pratica si deve posizionare dietro la schiena
dell'infortunato e introdurre le dita nella cavità dietro la clavicola
comprimendo con energia verso il basso.
- Arteria ascellare (punto 2) - In presenza di profonde ferite alle
braccia e/o agli avambracci; chi la pratica deve alzare in alto il
braccio dell'infortunato e spingere con forza i pollici nella cavità
ascellare.
- Arteria omerale superiore (punto 3) - In presenza di ferite al braccio;
occorre premere tre dita appena sotto al bicipite all'altezza dell'omero
nella parte interna del braccio.
- Arteria omerale inferiore (punto 4) - In presenza di ferite agli
avambracci e/o alle mani; il soccorritore deve comprimere con due
pollici l'incavo del gomito.
- Arteria femorale superiore (punto 5) - In presenza di ferite alle cosce
e/o all'inguine; l'infortunato deve essere disteso e occorre esercitare
forte pressione sull'inguine con un pugno, il braccio teso e facendo
forza anche con l'altro braccio.
- Arteria femorale inferiore (punto 7) - In presenza di ferite alle
cosce; il ferito deve essere disteso a terra con con la gamba lievemente
piegata, chi lo soccorre deve comprimere energicamente il femore (nella
parte interna della coscia) con pugno chiuso e braccio teso.
- Compressione dell'arteria poplitea (punto 6) - In presenza di ferite
alla gamba e/o ai polpacci; il ferito deve essere disteso a terra e il
soccorritore deve appoggiarne il piede sulla propria spalla in modo che
rimanga sollevato, fatto questo deve premere nell'incavo del ginocchio
con i pollici.
Cosa ci può servire
Vediamo ora quali utensili potrebbero essere d'aiuto in
una simile situazione di emergenza:
- Tampone - Le varie compressioni hanno maggiore effetto se si utilizza un oggetto solido come ad
esempio una moneta (il più possibile pulita) al posto delle proprie parti del
corpo che risultano più morbide/deformabili; se si usa un laccio
emostatico è molto utile legarlo attorno ad legno o ad esempio ad una
matita/penna per poi impiegarlo come torchio.
- Tessuto - In mancanza di oggetti rigidi può essere d'aiuto
della garza o un fazzoletto appallottolato e compresso.
- Laccio emostatico - Da usare solo in casi gravissimi (braccia
tagliate, schiacciamenti o ampie fratture esposte) perchè blocca del
tutto l'afflusso di sangue; una volta messo non
deve essere nè rimosso nè allentato fino a quando non si è in condizioni
di sicurezza (es. in ospedale).
- Lacci di fortuna - Al posto del laccio emostatico
professionale si può
usare materiale di fortuna (il più possibile pulito), si veda: strisce di stoffa, sciarpe
o
stracci; meglio non usare corde, cavi elettrici e/o stringhe, si corre il
rischio di danneggiare i tessuti nei pressi della ferita.
A riguardo dei lacci è importante dire anche che può essere applicato
solo al femore e/o all'omero poichè costituiscono un supporto rigido contro cui le arterie si
comprimono, non va invece mai utilizzato su avambracci e/o gambe poichè
costituiti rispettivamente da due
ossa ciascuno nel cui spazio intermedio scorrono i relativi vasi sanguigni.
Quali i rischi
Un rischio peggiore di un decesso naturalmente non esiste ciò non
toglie che la situazione va sempre e comunque valutata con intelligenza
oltre che con rapidità. Le complicazioni del blocco dell'afflusso sanguigno
possono rivelarsi anche piuttosto serie (soprattutto se si usa il laccio
emostatico), i maggiori rischi "collaterali" sono:
- Cancrena ischemica - Il laccio
emostatico non va tenuto per un tempo superiore ai 30 minuti; può essere
utile scrivere sulla fronte del ferito l'ora esatta
dell'applicazione affinché i successivi soccorritori siano agevolati.
- Shock da laccio - Può avvenire per un rilascio di sostanze
dannose per il corpo da parte dei tessuti lesionati in modo molto grave.
- Scompensi circolatori - Rilasciando o allentando il laccio
emostatico si rischia una ripresa del flusso sanguigno troppo rapido e/o
violento con possibili conseguenze letali.
- Aggravamenti vari - I problemi che possono sorgere sono
parecchi,
tra questi ricordiamo: rotture ulteriori, fratture,
infezioni, necrosi e paralisi.
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