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Il salvataggio e le sue problematiche
Partiamo subito sottolineando il fatto che, trarre in salvo una persona che
rischia di affogare, non è affatto un'operazione
semplice. Sia che ci si trovi vicino alla costa, sia in mare aperto,
l'operazione di recupero richiede notevoli abilità tecniche e prestanza fisica;
non a caso
esistono corsi appositi e vere e proprie competizioni
agonistiche (gare di "Salvamento").
Detto questo è ovvio che non sempre è disponibile
personale specializzato in soccorsi marini, perciò, se ci troviamo in una
situazione di emergenza di questo tipo, è di vitale importanza sapere come
comportarsi. A tal proposito andiamo ad esporre i rudimenti
della tecnica di salvataggio acquatico; ecco di seguito le doti che sono
richieste ad un soccorritore:
- Saper affrontare l'acqua - La familiarità con l'acqua è
fondamentale, occorre essere in allenamento e conoscere i vari
stili di nuoto (dobbiamo saperci muovere senza l'uso delle braccia o
delle gambe). Lontano dalla costa è necessario
saper remare e/o tenere una barca a motore.
- Avere resistenza - Oltre che nel nuotare, molto spesso serve
resistenza nel correre e nell'immergersi in apnea; i polmoni e
il fisico in toto devono quindi rispondere perfettamente e garantire prima che
quella del naufrago la nostra sopravvivenza/sicurezza.
- Conoscere il luogo - Avere un'idea della conformazione del
fondale, delle distanze, della fauna sottomarina, delle correnti, delle profondità
(ecc.) è di notevole aiuto nel portare in salvo la vittima e, soprattutto, a
non incappare in problemi più gravi.
Se non rispondiamo a nessuna di queste abilità è importante che andiamo a
cercare aiuto e che non ci gettiamo in un tentativo certamente fallimentare
di salvataggio (rischiamo unicamente di aggiungere noi stessi al numero
delle possibili vittime).
Quali ostacoli ci si trova ad affrontare
Gli ostacoli sono parecchi ed imprevedibili ma in genere
i principali sono i seguenti:
- Il tempo - Ad un bambino molto piccolo bastano poco più di 10
secondi sottacqua per vederne compromesse le funzioni vitali, ad un
adulto molto di più ma si tratta comunque di lassi di tempo ristrettissimi: la velocità deve essere la nostra priorità.
- La corrente - Nuotare e/o navigare in acque calme è
tutt'altra cosa rispetto al farlo in pessime condizioni meteo o anche
solo in luoghi inadatti al transito navale o alla balneazione. Muoversi
ad esempio in mezzo a forti onde e scogli è ad esempio molto pericoloso.
- La resistenza della vittima - Non di rado chi sta annegando,
se non è già privo di sensi, non risponde delle proprie azioni ed è più
che facile essere trascinati sottacqua dalla forza incredibile che
la vittima riesce a sviluppare. Il panico di essere senza riferimenti
spinge la vittima ad afferrare qualsiasi cosa solida.
- Il peso della vittima - Per quanto la spinta di Archimede ci
venga in aiuto ci troviamo comunque a dover trascinare un corpo di peso
simile al nostro in un elemento per cui non siamo nati. Non applicando
la giusta tecnica si fatica molto e si rischia di esaurire rapidamente
le energie.
- Ostacoli diretti ed indiretti - Il soggetto in affogamento
potrebbe essere incastrato in uno scoglio, ferito, intrappolato in una
rete, alterato o privo di
coscienza. Dobbiamo ragionare in fretta sul miglior modo di agire.
Come trarre in salvo una persona in
difficoltà
Ecco ora alcune informazioni utili sull'effettiva
operazione di recupero di un soggetto
a rischio di annegamento:
-
La posizione del naufrago - In mare aperto è di
vitale importanza non perdere mai e poi mai di vista la posizione del naufrago;
senza riferimenti e in mezzo ai flutti è molto facile che questo esca
dal nostro campo visivo e non sia più rintracciabile.
-
Avvicinamento in barca - Con una barca occorre
in primo luogo essere tempestivi, in seconda battuta appropinquarsi
lentamente ed infine fermarsi a breve distanza (spegnendo l'eventuale motore);
fatto questo dobbiamo fissarci con una cima
alla barca e tuffarci.
-
Come nuotare - Mentre ci avviciniamo alla
vittima cerchiamo di nuotare con senza troppa foga e nello stile che prediligiamo purchè questo non rischi di farci perdere di vista
l'annegato. Ad ogni modo, in genere, si nuota
a stile libero per essere più veloci.
-
Avvicinamento in acqua - Mai avvicinarsi con
"violenza" ad un soggetto esagitato, il rischio che si aggrappi a noi
senza darci modo di respirare/agire è altissimo; proviamo prima ad
avvisarlo/tranquillizzarlo, se non riusciamo è più consono eseguire un approccio
subacqueo di spalle.
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Svenimento - Se troviamo un soggetto immobile
con la testa immersa, dobbiamo agire nel minor tempo possibile, il caso
è già molto grave e probabilmente sarà necessario praticare una rianimazione
cardiorespiratoria (in barca o a riva).
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Come afferrare la vittima - Se l'affogato è calmo possiamo
prenderlo sotto le ascelle da dietro e trascinarlo a rana, se invece è
agitato e non riusciamo a tranquillizzarlo dobbiamo avvicinarci da sottacqua
verso alle sue spalle e afferrarlo ai lati del capo.
-
Il trasporto - Per il trasporto verso riva l'ideale è
nuotare con "gambate" a rana sul dorso (testa rivolta verso
l'alto); con una mano teniamo la persona
e con l'altro braccio ci aiutiamo con bracciate sotto il pelo
dell'acqua.
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Issare a bordo il naufrago - Per riportare
sulla barca una persona svenuta possono servire anche due persone,
l'ideale è agire a motore spento e portare l'annegato a poppa (per poi
aiutarci nel caricarlo con la scaletta); in taluni casi è anche
possibile provare ad adagiare il corpo su una rete/tessuto resistente.
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Strumenti utili - Può essere di grande aiuto
avere con se una scialuppa o un galleggiante come un salvagente rigido, un giubbotto di
salvataggio, una tavoletta (ecc.); qualsiasi cosa non vada a fondo ci
può essere d'ausilio, l'importante è che questa non ci
disturbi nel trasporto.
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Soccorso - Sulla barca o a riva, in assenza di
personale medico, occorre tenere la testa della persona in basso
rispetto al resto del corpo (si evita così l'inalazione dei liquidi);
anche la bocca deve essere rivolta vero il basso, in modo da non
ostacolare la fuoriuscita d'acqua. Il corpo deve essere tenuto al
caldo (anche in giornate soleggiate).
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Rianimazione - In caso di incoscienza non
dobbiamo in nessun caso tentare di far uscire l'acqua dallo stomaco comprimendolo,
portiamo piuttosto a termine una respirazione bocca a
bocca con la massima rapidità. Anche qui il tempismo è cruciale.
In conclusione informiamo che: il brevetto di Assistente Bagnanti può essere conseguito a partire dall'età
di 16 anni, rientra nei titoli professionali e permette
di operare in tutta Europa.
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