La convinzione che l'uomo sia dotato per natura
di diritti inviolabili, inalienabili e imprescrittibili cominciò ad
affermarsi nel XVII secolo grazie ad una corrente di pensiero chiamata
giusnaturalismo, cioè dottrina de diritto naturale. Nel Settecento
l'Illuminismo riprese e consolidò tale concezione, che venne affermata
nella Dichiarazione di Indipendenza americana e nella Dichiarazione dei
diritti dell'uomo e del cittadino in Francia.Nel XX secolo, al termine
della Seconda guerra mondiale, sorse l'Organizzazione delle Nazioni
Unite (ONU) con lo scopo di evitare le scoppio di nuovi conflitti
bellici. L'ONU approvò nel 1948 la Dichiarazione Universale dei diritti
umani rivolta a tutti i popoli.
La legislazione sui Diritti Umani solitamente prevede:
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Diritto alla sicurezza che protegge le persone
contro crimini come assassini, massacri, torture e rapimenti.
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Diritto alla libertà come la libertà di pensiero e
religiosa, la libertà di associazione, di riunione e di costituirsi in
movimenti.
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Diritti politici che tutelano la libertà di
partecipare alla vita politica attraverso la libertà di espressione,
di protesta, di voto e di assumere cariche pubbliche.
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Diritti di habeas corpus che proteggono contro
abusi da parte del sistema giudiziario quali incarcerazione senza
processo, o con cosiddetto processo segreto, o con eccesso di
punizione.
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Diritti di uguaglianza sociale che garantiscono
uguale accesso alla cittadinanza, uguaglianza di fronte alla legge e
abolizione delle discriminazioni.
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Diritto al benessere (o diritti economico-sociali)
che prevede l'accesso ad un adeguato sistema educativo e la tutela in
caso di situazioni di grave disagio o povertà.
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Diritti collettivi che assicurano la tutela contro
genocidi e saccheggio delle risorse naturali.
Il successo della Dichiarazione del 1948 è segno
della capacità espansiva del linguaggio dei diritti: quasi tutte le
comunità politiche del globo la riconoscono. I diritti umani esprimono
valori e principi che nel dibattito pubblico vengono interpretati in
modi differenti, spesso incompatibili tra loro, ma difficilmente
contraddetti in modo specifico. Ne è testimonianza indiretta il fatto
che l'appello ai diritti umani viene sempre più spesso utilizzato per
giustificare azioni belliche nonostante il principio del ripudio della
guerra con cui si apre la Carta delle Nazioni Unite.
Tuttavia nel corso della storia, la nozione stessa dei diritti umani
come diritti 'naturali', goduti da tutti gli esseri umani in quanto
esseri razionali, è stata sottoposta a innumerevoli critiche in quanto
il soggetto dei diritti è stato considerato “l‘individuo borghese“. La
critica alla caratterizzazione sessista dei diritti 'umani' risale
almeno alla Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina di
Olympe de Gouges e si prolunga fino ai gender studies contemporanei. E
se il soggetto dei diritti si rivela borghese e maschio, egli è anche
'occidentale' dato che è stato elaborato all'interno di una specifica
cultura politica e giuridica, e quindi sono anche segnati da
un'implicita antropologia in quanto, nell'epoca della globalizzazione
esso rischia di essere un canale fondamentale per l''Occidentalizzazione
del mondo' e l'affermazione dei progetti egemonici di 'nuovo ordine
globale'. |