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Disegnare Zucchero Fornaciari significa disegnare il viaggio di una voce dura, marcatamente maschile, con improvvise fughe su toni alti, divertiti, ironici, sempre virtuosi. La musica che egli compone, da andamenti lenti, passa ad improvvisi movimenti ludici, fatti di ritornelli spensierati, quasi come tuffi altalenanti e divertiti, che vanno avanti e indietro, su note che spingono lo sguardo e il pensiero lontano. Con estemporanei giochi musicali e di voce, rapidi e ritmati, si alza al di sopra del banale e del quotidiano, come in una distaccata corsa, arrivando a condursi su altri piani, su altri accordi, che sembrano significare: non importa, andiamo, andiamo ancora. Egli si avventura quasi in prove di gioia, in prove di dolore e di nuovo viceversa. E' un continuo altalenare tra il toccare qualche verità, l'esserci quasi arrivati, provando, cambiando lingua espressiva, cambiando toni e accordi. E il non arrivare mai a toccarla. Si percepisce una sensazione simile, anche se in ambiti e da angolature completamente diversi, a quella che si ha ascoltando, in musica classica, Cajkovskij: un perenne afflato, la nostalgia di qualche cosa di mai toccato, perchè il suo acme viene, sembra, costantemente e puntualmente, differito ogni volta. Ogni volta sembra essere spostato in avanti. In Zucchero i modi sono graffianti, naturalmente. Scrive in copertina: "Come possiamo volare come le aquile se siamo contornati da tacchini". Ascoltando gli andamenti dei suoi suoni, siamo come portati a pensare che ne nascerà la possibilità.
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