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Anteprima primavera/estate 2006
(prima parte)
Trend: cercare un'eleganza autentica
Ecco il nuovo obiettivo della tendenza: cercare l'eleganza vera. Cercare
qualcosa dell'eleganza vera. Entrare in una nuova sintonia. Questo mood era già
nell'aria da tempo, preannunciato con performances insistenti in molti momenti,
già negli anni scorsi, come esigenza emergente e inarrestabile. Le concessioni
ai canoni dello stile bon ton, nelle nuove sfilate, sono infinite e prevalenti:
nei tagli, prima di tutto, poi nei tessuti e in tutto il look, in generale. In
ogni caso, alla sfilata di Miuccia Prada, i grembiuli primaverili erano
imbrattati ad arte, col gesso, per prendere distanza da quello che potrebbe
essere mero perbenismo borghese. Le nuove immaginazioni, i nuovi disegni per
l'estate 2006, anche se si immergono nel passato, sono nostri, ci esprimono
adesso, hanno connotati rigorosamente contemporanei, anzi, hanno un innovativo
taglio purista. Il mondo onirico di questo passato, in cui si attinge, è
rappresentato dai favolosi anni '60, i primi anni '60. Gli anni del boom. Anni
di gioia. Quando gli abiti femminili non si confondevano con quelli maschili.
La femminilità è stile
La femminilità è riscoperta. Essa è, oggi, consapevole e disinvolta. La donna si
è riappropriata del proprio modo di essere, non ha più bisogno di camuffarsi da
uomo. Si sente libera di essere se stessa. Ha conquistato, in molti modi, ciò
che desiderava. Ora deve rifare il punto. Trovare nuovi equilibri. Lavora con
tailleur femminili, proprio quelli con dettagli anni '60: scollatura rotonda, giacchina corta, maniche trequarti e così via. Per il cocktail, per i momenti
importanti o per la sera e il tempo libero, volentieri, essa ritorna se stessa.
Sa farsi apprezzare. Il must diventa la femminilità: il must è l'abito, forse a
bustier, con vita segnata e gonna "a campana". E decisamente sinuose diventano
le silhouettes, per il piacere delle forme.
Così, ad esempio, nasce
Martha Milano.
E poi ancora la femminilità è vintage
Gonnelline lingerie si muovono tra le ruches e i plissé e spuntano dai trench
leggeri e stretti in vita da fiocchi in tessuto, già in primavera. Riappare
l'entusiasmo di rovistare nel baule della nonna, tra balze e volants, pizzo,
chiffon e crochet. Oppure di rifarlo da zero con materiali sapienti e tagli
ineccepibili, come da Dolce e Gabbana, soprattutto per le cose dell'estate.
Il gioco del giro vita
La nuova primavera-estate scopre le spalle e segna il punto vita. E lo segna
alto. Per iniziare una nuova tendenza. Come potranno le migliaia di teen agers
cedere al rialzo del punto di appoggio della cintura, fino ad ora sotto
l'ombelico, perennemente scoperto, anche in gelidi inverni. Cosa che, peraltro,
l'ha reso molto importante, "centro del mondo", come dice la famosa canzone.
Ora, però l'attenzione è sul giro vita segnato: che sia sottile, che sia
flessuoso. Magari non sarà immediata, ma questa è la tendenza. La moda non è
davvero poi così rapida. Ci lascia il tempo, se lo vogliamo e se sappiamo
coniugarla, di fare il gioco degli opposti.
Il classico, ovvero il neoclassico purista d'avanguardia.
Forse non sarà tanto male abbandonare qualche sciatteria, per cercare quell'eleganza
senza tempo, che aborre le facili ostentazioni del corpo o del lusso, che si
rivolge a calibrate ricerche di tagli, forme e materiali, in magico equilibrio
tra rigore sartoriale e fluidità informale, che danno il risultato di una
semplicità estrema e naturale. I tagli sartoriali sono amati perché sicuramente
donano alla figura, come mai altri. Mia madre mi diceva che due capi possono
sembrare identici a prima vista, ma, indossati, è il taglio che li rende del
tutto diversi fra loro.
I tailleurs, dicevamo, saranno fatti di costruzioni dolci e sinuose, con piccole
tasche applicate su corti giacchini, forse col collo arrotondato o a listino. Il
tessuto potrà addirittura essere "doubleface". La gonna sarà corta e svasata. Le
linee saranno ad A, gli abiti da cocktail, i classici abitini neri saranno ad H,
spesso anche in tessuto fantasia. Se questo può sembrare un discorso per addetti
ai lavori, basterà mettere in sovrimpressione l'immagine di Jaqueline Kennedy,
con i lunghi guanti, i grandi occhiali neri e il filo di perle. Il gioco è
fatto.
Spesso riaffiora anche il revival degli anni '80. Tuttavia esso è meno incisivo, perchè
più vicino al nostro modo di essere. Gli studi psicologici insegnano.
Un tempo, una fase di vita, sia personale che collettiva,
ritornano ad essere amati e desiderati, soltanto quando sono
sufficientemente lontani da poter diventare mito. Deve essere tutto un mondo
già così lontano, d'aver sedimentato del tutto, nel nostro inconscio, ciò
che era brutto o troppo quotidiano, per rappresentare soltanto le
sensazioni, i ricordi, i pensieri belli. Ciò avviene largamente, e
fortunatamente, nella nostra memoria, anche collettiva, del tempo passato:
per questo lo vogliamo recuperare. Dopo, e soltanto dopo, possiamo parlare
di contenuti. |