Le regole atte ad ottenere un buon robot sono relativamente poche: a differenza dell'essere umano o dell'animale il mecha non è una figura che deve rispettare un'anatomia vera e propria (al massimo un equilibrio) e non comporta quindi l'incappare in errori facilmente visibili; l'altra faccia della medaglia è il fatto che ogni movimento deve essere prospetticamente e proporzionalmente perfetto...
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FIGURA 1 |
1) per prima cosa decidiamo quale tipologia di macchina/automa realizzare: cyborg (più simile all'uomo nella sua conformazione) o robot (vario genere, forma e dimensione);
2) proviamo a optare per la scelta più problematica, il robot: nel disegnare il nostro soggetto è in genere utile mantenere come sagoma un perimetro fatto di segmenti piuttosto rigidi invece che linee curve (tranne che per le mani);
3) partiamo quindi da uno schema simile a quello in figura 1, il quale, tramite una serie di rettangoli, ci permette di individuare la proporzione e la postura che più ci aggrada; il trucco sta infatti nel partire da sagome 2D e/o 3D semplici per poi arricchirle a nostro piacimento;
4) scegliamo adesso come gestire il viso tenendo presente il fatto che non necessariamente esso dovrà sottostare a determinati richiami "umani" e che quindi simmetrie e proporzioni potranno essere leggermente trascurate (l'importante come sempre è mantenere calibrato l'equilibrio dei varie componenti); abbondiamo di: parti metalliche, plastiche, vetro (ecc.);
FIGURA 2 |
5) come si può notare in figura 2, in questo genere di casi, la tridimensionalità e il design delle parti compositive (luci ombre, riflessi, ecc.) rappresentano un punto fondamentale per la buona riuscita del lavoro: adottiamone in quantità;
6) per quanto riguarda il busto, il torace, e le altre varie facce del corpo se si è privi di "ispirazioni particolari" è sufficiente riportare in maniera diversificata ed ingrandita lo schema del viso (fig.3); in alternativa, sempre seguendo lo stile e le forme della testa, è possibile inserire nuove tracce cromatiche e volumetriche;
7) un particolare accento va messo anche sull'importanza di una struttura metallica "solida": il robot deve insomma essere studiato in maniera tale da permettere a chi lo osserva di credere che quest'ultimo possa "stare in piedi" e muoversi/agire come noi vogliamo;
8) inoltre, se il robot è in stile "Mazinga" (molto grande), sarà fondamentale l'uso di una prospettiva adatta (enormi le gambe e i piedi, piccola la testa) e l'uso (nelle zoomate) di evidenti lamiere inchiodate l'una all'altra stile "ali d'aereo" (evitando un effetto "sgangherato");
FIGURA 3 |
9) concludiamo con una serie di possibili aggiunte di particolari e/o migliorie (meglio non esagerare però):