L'evenienza di dover disegnare oceani e/o mari si presenta molto spesso ma talvolta non se ne riesce a cogliere l'effettivo carattere e si fallisce nel rendere un elemento così maestoso ed espressivo; ogni dettaglio va infatti curato con grande cura: la superficie tracciata non deve sembrare nè terra nè cielo ma una distesa d'acqua in movimento...
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FIGURA 1 |
1) per disegnare un buon effetto mare/oceano occorre tener presente i seguenti elementi:
2) a riguardo della distanza occorre dire che più il mare è distante dalla camera meno risulterà mobile e lineare; in ragione di chilometri il mare non sarà altro che una linea retta all'orizzonte, mentre a pochi metri potrà invece mostrare grandi sconvolgimenti (notare in figura 1, 2 e 3 la differenza di intensità avvicinandosi via via all'orizzonte);
3) cerchiamo di creare più riflessi e contrasti (ragionati): impieghiamo passaggi tra luce e proiezioni d'ombra, bianco e nero; in secondo luogo ricordiamo che disegnare un oceano con un singolo colore vuol dire fargli perdere tutta la sua intensità, selezioniamo quindi più gradazioni di azzurri, blu e verdi e inseriamoli con rapide alterazioni cromatiche dall'uno all'atro;
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FIGURA 1 |
4) anche in mare aperto più le acque sono mosse più schiuma ci sarà, a riva invece la schiuma persiste quasi sempre: disegniamo creste bianche spumose con distaccamenti di piccole aree (questa volta più tondeggianti); a distanze più ridotte inseriamo anche qualche piccola bollicina; non scordiamo che il momento di massima "schiumosità" è quello in cui l'onda si infrange (su se stessa o su altri elementi); piccole aree curvilinee chiuse o semichiuse possono dare inoltre l'idea della corrente dell'acqua e/o di bolle subacquee (fig.1);
5) a distanze ravvicinate il movimento delle onde deve essere sempre presente: manteniamone armoniose (ma non simmetriche) le alterazioni di altezza e distribuiamone con equità le deformazioni sulla superficie; facciamo attenzione a non creare linee troppo dolci/curve, cerchiamo piuttosto tratti vagamente segmentati e piccole punte; in caso di veri e propri muri d'acqua segnaliamone la potenza con linee cinetiche di riempimento in direzione del moto; non esiste un'onda se al suo fianco non c'è una corrispondente area concava, non scordiamoci la forza di gravità (fig.3);
FIGURA 2 |
6) sulla densità si può azzardare l'inserimento di scogli, imbarcazioni, oggetti galleggianti (ecc.) parzialmente sommersi, capaci così di contribuire a dimostrare l'effettiva penetrabilità del liquido; anche l'uso di eventuali deformazioni di oggetti sotto il pelo dell'acqua può giovare al risultato; per rendere la profondità può poi essere poi d'ausilio un passaggio da una gradazione più chiara di colore ad una più scura e trasparenze di elementi sommersi poco definiti (fig.1);
7) ancora una volta la cosa più importante per definire un buon lavoro non è il colore ma il tratto: se abbiamo lavorato bene la nostra composizione con qualsiasi variazione cromatica risulterà una sostanza liquida e riflettente, in caso contrario avremo creato un qualcosa di troppo solido/impenetrabile o troppo poco denso;
8) al fine di raggiungere un risultato ottimale è possibile trarre ispirazioni da fotografie/riprese marittime; in conclusione, ma è facoltativo, si può provare a ripassare i bordi delle onde con degli effetti blur/aerografo/ecc. che ne identifichino la parte più fluida (fig.3).