Sia nei manga che negli anime ciò che più dà carisma alle scene sono le inquadrature ravvicinate (in cui, per comodità, includiamo sia close-up che extreme close-up). Il primo piano non deve essere tuttavia inteso come semplice "ingrandimento" di un soggetto ma come aumento di efficacia dell'immagine. Esistono a tale scopo tecniche di alterazione utili a rendere l'efficacia e anzi ad accentuare l'intensità del soggetto...
<% 'ADV_ORGANIZER 1.0 | formato, categoria, base, altezza, unico, disposizione, voto, dove, numero,tipo,refresh,output response.write(organize_adv(0,categoria,120,240,215,,9,,1,1,1,)) %> | |
FIGURA 1 |
1) osserviamo le immagini proposte in figura 2 (entrambe frontali ed entrambe opera di professionisti): notiamo subito che si tratta di ottimi lavori sotto più punti di vista; se però proviamo a rifletterli simmetricamente (come in figura 1) il risultato è tutt'altro che piacevole: scoordinato, esagerato, se non deforme; ci troviamo di fronte non a semplice incompatibilità ma veri e proprie incongruenze, o meglio, "esasperazioni" al servizio dell'espressività che decontesutalizzate turbano l'equilibrio dell'opera;
2) immaginiamo adesso di progettare il primo piano di un volto e vediamo alcune delle (lievi) alterazioni che coscientemente possiamo operare per accrescerne il pathos:
FIGURA 2 |
3) il fulcro della trattazione è che non è importante che un lavoro di fantasia sia aderente alla realtà, è importante che tenda a formare pur nella "finzione" sensazioni "realistiche" "o più che realistiche";
4) tornando un po' indietro proponiamo ora alcune notazioni e riflessioni sull'argomento:
5) quella di alterare coscientemente il realismo di una scena è una tecnica efficace ma solo se usata con moderazione senza creare discontinuità: è insomma un costrutto volontario, da professionisti e non una facile giustificazione agli errori di un principiante; la bravura sta proprio nel saper distinguere ciò che conferisce vero stile da ciò che invece ne fa perdere.