La Pixel Art è quell'arte che vede chi la pratica disegnare pixel per pixel (spesso con pochi colori e senza alcun effetto prefatto) immagini digitali di vario genere: paesaggi isometrici, fotorealismi, sprite per videogiochi (ecc.); il processo di creazione che analizzeremo in questo tutorial non è l'unico possibile ma uno tra i più funzionali, alterabile comunque a seconda delle esigenze del pixel artist...
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FIGURA 1 |
1) muniamoci di un software che offra una possibilità di zoom di almeno 400% rispetto all'originale e che permetta di tracciare, senza alterazioni (antialiasing, sfumati, ecc.), semplici pixel (ad esempio Paint di Windows); partiamo tracciando con il tool matita (pencil in inglese) forme molto semplici, una specie di schizzo dell'immagine che vogliamo andare a comporre (fig.1A);
2) come facilmente noteremo il tratto sarà piuttosto sformato e irregolare, eliminiamo tutti i pixel inutili, non devono rimanere angoli, punte di troppo o aree irregolari/devianti rispetto al nostro obiettivo (fig1.B);
3) scegliamo dei colori per le varie parti compositive senza preoccuparci troppo di renderli definitivi (fig.1C); fatto questo iniziamo ad alterare la sagoma base aggiungendo o togliendo aree, linee e forme (fig.1D): il fatto di disegnare a computer ci dà il fondamentale vantaggio di poter correggere all'infinito, serviamocene;
4) proseguiamo stabilendo la fonte di luce (fig.1E in alto a sinistra) e applichiamo di conseguenza le illuminazioni e le ombreggiature alle aree di colore (fig.1F); i giusti chiari e scuri non corrispondono sempre a quelli corrispondenti alle alterazioni di luminosità, per ottenere un effetto più efficace è utile impiegare colori con tonalità anche abbastanza diverse: sarà poi il nostro occhio a dirci cosa sta bene con cosa;
FIGURA 2 |
5) applicati i chiaroscuri impediamo alle aree luminose o scure di toccare i bordi della figura, passiamoci una sottile striscia di colore intermedio tra i due selezionati (si veda la differenza tra fig.1F e 2G);
6) siccome nero e bianco puri sono colori praticamente banditi dalla Pixel Art (e non solo) sostituiamone l'applicazione con colori più prossimi alla media tra nero o bianco e le aree circostanti/circoscritte (notare la differenza tra fig.2G e 2H); in sostanza si tratta di levigare via via i contrasti (involontari) più forti;
7) giunge il momento di una prima rifinitura, applichiamo trame (a scacchiera, ecc.), ulteriori luci, correzioni, dettagli (ecc.) senza preoccuparci troppo del colore in termini di "gusto" ma più che altro in vista di rapporti tra chiaroscuri (fig.2I); eliminiamo ciò che complica e aggiungiamo ciò che semplifica;
8) studiamo ora l'equilibrio cromatico più adatto all'opera sostituendo tutte le aree con contrasti fastidiosi e, se necessario, levighiamone ancora la differenza: questa volta facciamo attenzione al "gusto" cromatico, il colore deve essere soddisfacente (anche se intenso come in figura 2L);
9) raggiunto un equilibrio soddisfacente non aggiungiamo più nuovi colori e inseriamo più dettagli possibili con questa palette ormai definita (fig.2M): arrotondamenti, riflessi, nuove forme, chiaroscuri (ecc.); puntiamo a rendere volumi, materiali e a distinguere le parti cruciali del disegno, niente deve essere casuale; al termine dei miglioramenti è possibile sostituire i colori con altri più o meno intensi (fig.2N).