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Ecco a voi Dark Passion Play, l'album che, una volta aperto, darà la
risposta alla domanda che molti si saranno posti: "i Nightwish, senza
Tarja, sono ancora loro?".
Ebbene, la risposta fondamentalmente è no. I Nightwish non sono più gli
stessi. Non lo erano già dai tempi di "Century Child" e "Once", perchè
avrebbero dovuto tornare proprio ora ad essere gli stessi di "Oceanborn"?
Quasi tutte le band possono dire di aver subito, nella loro stagione
creativa, una evoluzione più o meno marcata. Ebbene, i Nightwish,
incarnati nella figura del "poet without a rhyme" Tuomas Holopainen,
hanno vissuto un'evoluzione che dirsi grandiosa è dire poco. Forse DPP
potrà sembrare ad alcuni "commerciale", un "sell-out" dei maestri
dell'"opera-metal", ma quale disco metal è più operistico di uno che
sfrutta appieno le potenzialità degli arrangiamenti creati da niente di
meno che la London Session Orchestra?
Quale gruppo è più "true" di una band che ha il coraggio, e forse anche
un po' di sana incoscienza, di mettere come primo brano nella tracklist
un capolavoro da 14 minuti di lunghezza?
Chi critica questo album, con le solite, ripetute, noiose lamentele di "commercialità",
di "mancanza di originalità", forse non sa nulla di composizione e
dimentica quale sia uno degli scopi principali della musica in quanto
tale: esprimere le sensazioni più intense che gli esseri umani possano
provare.
E DPP è come un maestoso diario aperto di quel genio che è Tuomas
Holopainen, la voce di un amico tradito, di un lupo solitario che
riversa nel pentagramma ciò che il suo cuore sente.
Inutile commentare tutte le straordinarie canzoni di DPP. Dalla maestosa
"Poet and the Pendulum", alla lenta "Eva", passando per i singoli,
effettivamente le canzoni meno "riuscite" del disco, "Bye Bye Beautiful"
e "Amaranth", DPP sorprende a ogni ascolto, e fa capire a chi ancora non
ci crede che i Nightwish non sono Tarja e che Tarja non è i Nightwish. I
Nightwish sono invece una band capace di grandi cose: e una di esse è
creare un album che riassume in sé potenza e leggerezza, melodia e riff
pesanti. Inutile confrontare "Meadows of Heaven" e "Master Passion
Greed". La loro diversità apparentemente incoerente non ricorda forse ad
ogni ascoltatore i diversi momenti che ognuno di noi passa, da quelli
più brutti ai migliori?
La performance dei musicisti finlandesi è come sempre perfetta,
nonostante le parti non eccessivamente difficili, e la tecnica non
particolarmente eccezionale. Anche la voce di Anette, seppur "diversa"
da quella di Tarja sa calarsi nello spirito del disco, quasi come se
fosse uno nuovo "strumento" con molte potenzialità da sfruttare appieno.
In conclusione, comprare DPP è una spesa che non rimpiangerete. Non
dovete essere fan sfegatati dei NW per apprezzare il disco, ma è
sufficiente un po' di cuore e di sentimento per comprendere a fondo
tutte le scelte compositive della band finlandese e soprattutto del suo
talentuoso tastierista.
Da ricordare inoltre la versione ltd. in digipack, con i pezzi
strumentali nel secondo cd. Una chicca molto "fan-oriented" che tuttavia
permette anche ai fan non "irriducibili" di apprezzare appieno gli
straordinari arrangiamenti orchestrali della London Session Orchestra.
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