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Scritto da: aFiGoZ | Discuti sul FORUM | ||
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Se ci riconoscono è perchè non abbiamo dato vita a nulla di nuovo, abbiamo messo insieme un qualcosa che, proprio in virtù della sua "facilità" di elaborazione, non può dirsi "innovativa". Caliamoci nella situazione. Se chiunque associa all'idea di Arte ciò che abbiamo creato significa che il nostro lavoro ha dei precedenti o che ne racchiude abbastanza da poter essere comunemente associato ad un paradigma ben definito. Non è Arte la copia, non lo studio, non l'adattamento. Di fronte alla vera Arte l'osservatore non può che avere due scelte: rifiutarla o lasciarsi sconvolgere. Un'opera innovativa invita a porsi domande, rende morboso il desiderio di coglierne i "perchè" (celati o assenti), sviluppa fortissime sensazioni. L'irrazionalità e/o la complessità di una grande scelta artistica risponde al bisogno di chi, oppresso della ripetitività dilagante, si vuole misurare con situazioni e idee impensate. In questo senso l'Arte è il motore del mondo, possiamo dire che cos'è stata in passato, scomporla, ma non possiamo immaginarne i canoni nel futuro poichè nulla osa di più nella piramide delle applicazioni intellettive. Il capolavoro è quel qualcosa che fa parlare di se nel presente ma non viene compreso (se non da una ristretta cerchia di menti "illuminate"). L'uomo comune non può che rigettare qualcosa che non capisce, un ente o gruppo di enti che non è in grado di ricondurre a situazioni e schemi già presi in considerazione. Solo i secoli, invecchiando l'Idea e creando dei precedenti, possono spiegare e diffondere i "perchè" dell'assurdo, decostruirlo, scomporlo ed infine: banalizzarlo. L'incomprensibile decentra ogni certezza e apre le porte a nuovi orizzonti, al cambiamento.
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