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Scritto da: Giancarla Vietti | Discuti sul FORUM | ||
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E' stato scritto: "Chi è Cattelan? Un truffatore, artista, manipolatore, genio o bluff?" I suoi lavori sono apparsi, a prima vista, a molti, come quelli di uno schizofrenico, dissociato, in grado di disorientarci con opere determinate a turbarci. Forse, proprio per questo, capace di farci vedere le cose da un lato del tutto diverso, dal taglio che, di solito, non diamo ad esse. Cattelan contesta. Meglio: Cattelan provoca. Piazza Affari: il dito alzato Davanti al palazzo neoclassico della sede della Borsa di Milano, il 24 settembre 2010, L.O.V.E. è stata collocata con l'idea di esporla solo per un mese ma di lì a poco la data verrà posticipata di un anno. Una mano gigante in un candido marmo di Carrara, della grandezza di 11 metri, che si erge verso l'alto, su di un piedestallo, perpendicolare al selciato della piazza. L'anatomia è raccontata con rilievo e con ricchezza di particolari, come quella vena trasversale, che appare evidenziata in maniera tale da rendere la mano realistica, individuale e unica. Tutte le dita sono mozzate, salvo il medio, che è alzato. Il gesto che appare è irriverente. La polemica si accende immediata. L'assessore alla cultura di Milano, Finazzer Flory, vede di testare l'opera, lasciandola interagire col mondo degli artisti, del pubblico e della critica, anche, e proprio, in vista di appuntamenti, quali il Miart, il Salone del Mobile e la Biennale di Venezia. La decisione ultima, quindi, è stata quella di lasciarla in esposizione al pubblico, fino al 30 ottobre 2011. L'intenzione è, poi, quella di trasferirla all'interno di uno dei musei di Milano. Una gallerista fra le più accreditate afferma, con acuto realismo: "Oggi per attirare il pubblico distratto, bisogna fare il boato e, per durare, bisogna muovere valori morali, civili ed estetici". Se l'ultima osservazione è condivisibile, la prima, si spera, possa essere discutibile. Cattelan, comunque, pare, sarebbe disposto a regalare l'opera al Comune di Milano, con la clausola che essa venga lasciata nel luogo in cui, ora, si trova esposta. E' vero. Cattelan ha ragione. Questo suo "osceno gesto", che egli dichiara essere una contestazione a tutte le ideologie, ha un forte significato, in ogni caso, davanti alla sede dei giochi finanziari, la Borsa. In questo decennio sappiamo che la finanza ha compiuto performance, elaborazioni virtuali, speculazioni che, simili a veri castelli in aria, hanno bruciato miliardi dei risparmiatori. La Borsa rappresenta il sistema. Il sistema, che ha cominciato a scricchiolare. Soltanto qui, l'opera L.O.V.E. ha un senso. Altrove non potrebbe essere condivisa. Risulterebbe soltanto l'esito della degenerazione e del decadimento del modo di esprimersi, ormai entrato nell'uso, che contraddistingue la nostra epoca. Risulterebbe solo l'ennesimo modo di immortalare il nostro lato deteriore e caduco. L.O.V.E. in questo senso è più simile ad un'installazione che, senza il fruitore, non esiste. L'assessore alla cultura, Finazzer Flory, evidenzia che la mano evoca anche il saluto nazista, "come gesto paradigmatico degli orrori e degli errori del secolo scorso". La posizione è interessante. Qualche critico ha voluto, invece, ravvisare un collegamento con l'arte greca antica, per la plasticità del lavoro. In ogni caso, dal lato del pubblico, i milanesi sono generalmente favorevoli ed incuriositi da L.O.V.E.. Milano ama presto ciò che vive ed ha significato nel proprio paesaggio urbano e qui il un significato è forte, provocatorio, condiviso, condivisibile e contingente. Cattelan e il bambino: addentrarsi nel suo mondo Cattelan è visto, da alcuni critici orbitare nell'area dell'Arte Concettuale, dove, in qualunque espressione artistica, i concetti e le idee generati sono più importanti del risultato estetico e percettivo dell'opera stessa. Ma ogni classificazione risulta necessariamente riduttiva, come dichiara ogni artista, che sempre vuole rifuggire ogni definizione. Cattelan funziona come un aratro dissacrante che rivolta il terreno. Si arroga l'eccezionalità dell'artista. Non indica strade. Addirittura afferma: "Non mi pongo mai il problema del significato delle mie opere, è l'immagine che deve funzionare". Ecco alcune creazioni:
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