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Il pericolo di affogareIn questo
articolo parleremo di una delle evenienze di sopravvivenza tra le più
drammatiche: annegare (in mare, nell'oceano, in un fiume, in piscina, in un
lago, ecc.). Trovarci (contro la nostra volontà) in un elemento che non è il
nostro ci espone a gravissimi pericoli, vediamo i principali:
- Annegamento - In mezzo ad onde molto forti o semplicemente in
caso di agitazione rischiamo di ingerire molta acqua e di causare così
l'ostruzione (parziale o completa) dei polmoni.
- Assideramento - Anche in acque non eccessivamente fredde,
quando il nostro corpo non è più in grado di contrastare la temperatura
dell'acqua, iniziamo a disperdere calore oltre i limiti sopportabili
provocando così l'ipotermia e quindi il collasso cardio-circolatorio.
- Urti - Mossi da correnti impetuose potremmo picchiare la
testa e svenire, o ancora, tagliarci con scogli/fondali frastagliati.
Non è rara inoltre la nefasta possibilità di essere investiti da natanti
che non si accorgono della nostra presenza.
- Specie marine - A discapito di quanto si è soliti pensare
l'ipotesi di essere attaccati da creature marine è in genere piuttosto
scarsa (anche se non del tutto assente, vedere la lista di
specie marine
pericolose).
Prevenire invece che curare
La prima regola è sempre e comunque quella di prevenire i
problemi prima che si verifichino. Alcuni semplici accorgimenti possono
evitarci di precipitare in circostanze senza ritorno. Vediamo alcune norme
di buon senso:
- Rispetto delle regole - Seguendo le comuni norme di sicurezza
per i bagnanti è difficile trovarsi in situazioni drammatiche, la cosa
migliore è sempre non esporsi a rischi inutili (vedere la
guida alla balneazione).
- Distanza di sicurezza - Mai camminare in prossimità del bordo
di una piscina, di un molo, degli scogli, di una barca (ecc.); è facile
ricevere inavvertitamente una spinta, scivolare sul bagnato/viscido o
ancora essere travolti da un'onda abbastanza potente da farci perdere
l'equilibrio.
- Attrezzatura - Se siamo in barca o in immersione è importante
avere e usare sempre tutta l'attrezzatura a norma di legge per il
salvataggio e la sicurezza personale; in barca, giubbotto di salvataggio
e funi sono ad esempio elementi imprescindibili.
- Mai partire soli - Mai e poi mai navigare/nuotare soli, sia
che si voglia nuotare lontano dalla costa, fare escursioni in barca,
snorkeling, immersioni, surf (ecc.). Se possibile è anzi consigliabile
che almeno una persona rimanga in posizione di sicurezza a garantire
controllo sugli altri.
- Niente azzardi - Mai chiedere troppo al proprio fisico, sia
in termini di apnea (rischio perdita dei sensi) che di nuoto (le
distanze in acqua risultano sempre falsate). Non sopravvalutiamoci mai,
soprattutto se siamo fuori allenamento o addirittura non sappiamo
nuotare bene.
Cosa fare quando si rischia di affogare
Quando ci si trova in balia delle acque occorre:
- Avere sangue freddo - Dobbiamo mantenere la calma: agitarsi
senza motivo significa sprecare le (poche) preziose energie a nostra
disposizione e perdere la necessaria lucidità (vedere anche:
psicologia della sopravvivenza).
- Stare a galla - Mai bere acqua (soprattutto se salata),
cerchiamo di tenere la testa fuori e di muoverci il minimo
indispensabile per non perdere stabilità (ritmi lenti, completi e
simmetrici). Eliminiamo ogni peso/fastidio possibile (vestiti compresi a
meno che l'acqua sia fredda).
- Nuotare - Cerchiamo di non nuotare completamente contro
corrente anche a costo di allungare (leggermente) il percorso; se le
onde ci spingono proprio in direzione opposta a quella che desideriamo
cerchiamo di affrontarle tagliandole obliquamente (procedendo quindi "a
zigzag").
- Risparmiare le energie - Soprattutto in acque non salate (che
non facilitano il galleggiamento) chi non è abituato a nuotare rischia
un mancamento (in un'ora di nuoto ininterrotto si consumano difatti
circa 600 calorie). In acqua fredda gli effetti dell'affaticamento si
amplificano.
- Se vediamo la costa - Occorre nuotare in direzione del punto
più vicino (preferibilmente a rana) con calma e un impegno fisico appena
sufficiente a vincere la resistenza della corrente. Non dobbiamo avere
fretta, perdere i sensi potrebbe esserci fatale; se possibile e se le
onde non ci spingono via fermiamoci di tanto in tanto e recuperiamo le
forze.
- Se siamo caduti da una barca - Rimaniamo fermi e cerchiamo di
segnalare la nostra posizione con braccia e voce; una volta attirata
l'attenzione dei soccorritori, se le acque sono calme, mettiamoci in
distesi a pancia in su, altrimenti, cerchiamo di mantenere posizione e
visibilità ma senza affannarci a urlare.
- In presenza di galleggianti - Se troviamo oggetti di
qualunque natura che stanno a galla (boe, detriti, legni, ecc.),
cerchiamo di aggrapparci, di usarli per faticare meno e, se sono
abbastanza ampi, di salirci sopra (in modo tale da stare fuori
dall'acqua).
- Risalire in barca - Sempre se siamo caduti da una barca,
tentiamo di issarci a bordo arrampicandoci nel punto più basso (da
dietro se il motore è spento); nella risalita cerchiamo degli appigli e
tentiamo di tenere le gambe il più possibile verticali (in modo da non
creare ulteriore attrito).
In caso infine di forti onde in mare aperto la situazione
diventa davvero disperata, l'unica possibilità è sperare di essere
recuperati o di essere portati a riva dalle onde con il minor danno
possibile.
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